La Storia
Il Boscazzo (bosco), nome della località affibbiatole ancor prima del Cinquecento, era la definizione usata a quel tempo, quando se ne contendono la giurisdizione le parrocchie di Vigano e di Gaggiano e quando, esattamente nel 1556, viene messo all’asta dal Ducato di Milano e acquistato da un personaggio di primo piano: il conte Tommaso Marino, che già stava progettando di costruirsi il palazzo a Milano che ne ha conservato il nome.
Quando la proprietà passa alla famiglia Porrone, all’inizio del Seicento, in mezzo a quel bosco è già stata costruita una “casa da nobile” al centro di edifici rustici, adibiti all’abitazione di un massaro e dei suoi lavoranti, oltre ad una pila per la lavorazione del riso.
Un secolo dopo il nuovo proprietario, conte Francesco Carena, vi fa costruire, nelle vicinanze, un Oratorio dedicato a Santa Maria.
Ancora un secolo e, all’inizio del Settecento, vicino all’angolo sud ovest dell’edificio padronale compare un Oratorio dedicato a San Materno, l’attuale edifico, (lo stesso a cui in origine era dedicata, assieme a Invenzio, la chiesa di Gaggiano).
All’inizio del novecento la Cascina Boscaccio conta circa 80 abitanti.
L’attività cessa all’inizio degli anni Sessanta e gran parte del territorio attorno alla cascina diventa una cava di sabbia e ghiaia, materiali divenuti preziosi con lo sviluppo urbanistico che investe Milano e le sue periferie.
Nel 1961 il Prefetto autorizza i proprietari,la famiglia Merlini, a scavare per un’estensione massima di 15.000 metri quadrati e fino a una profondità massima di 18 metri.
La cascina viene abbandonata e all’inizio degli anni Settanta l’area interessata dagli scavi è di circa 200.000 metri perché intanto la competenza sulle cave è passata alla Regione, ma non è ancora stato elaborato un Piano complessivo.
Il Comune comincia a preoccuparsene, perché intanto dagli scavi affiora l’acqua e si crea un enorme lago.
Nel giro di un decennio si arriva a una convenzione che consente un uso pubblico delle sponde a nord e a ovest e privato delle altre. Finisce l’escavazione e, nella parte privata, l’antico palazzo padronale diventa sede di matirmoni, feste, cerimonie.
La superficie del lago Boscaccio, alimentato da numerose risorgive di acqua purissima, è di circa 35 ettari, pari a quella dell’Idroscalo. Si caratterizza per la presenza di un’avifauna e di un’ittiofauna particolarmente ricche (con il progetto “il canneto del Lago Boscaccio” è stata creata una zona umida per accogliere gli uccelli acquatici di passo e intorno al lago trovano rifugio circa 180 specie volatili). La zona è stata individuata come area di ripopolamento e cattura (divieto di caccia) ed è la stazione di inanellamento dei volatili (gestita dal Gruppo Ornitologico Lombardo) della provincia milanese. Le acque del lago ospitano numerose specie autoctone di pesci e possiedono ottimi caratteri di limpidezza. Lungo parte del perimetro del lago si svolge un percorso pedonale.
Il percorso ciclabile noto come “Camminando sull’acqua” sfiora le rive del lago.